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James Harris Simons best trader

Quanti di voi hanno sentito parlare di James Harris Simons?

Sicuramente pochi, eppure James Harris Simons è stato capace di cambiare le regole del trading mondiale e conquistare Wall Street.

Partiamo dall’inizio.

Nato nel Massachusetts nel 1938, James Simons si laurea in matematica presso il prestigioso M.I.T. e continua con alcuni dottorati di ricerca presso l’università della California a Berkley.

Dopo la laurea insegna matematica in diverse università raggiungendo anche una certa notorietà accademica vincendo persino un premio dell’American Mathematical Society riguardo un lavoro che trattava della

Rivisitazione sulla minimizzazione multi-dimensionale di superfici e forme caratteristiche

Con cui dimostrò la validità della congettura di Bernstein migliorando il risultato di Wendell Helms Fleming fino all’ottava dimensione.

Sviluppò inoltre, un’equazione che portò a diverse teorie sulla gravitazione, i buchi neri e le superstringhe.

Notato dalla NSA, James Simons fu invitato a lavorare presso l’agenzia con il compito di craccare codici.

In realtà la programmazione non è mai stata la sua passione e quindi fin da subito tenne atteggiamenti che con il tempo che lo portano al licenziamento.

L’occasione la ebbe quando il suo capo, in un intervista al New York Times, appoggiò l’invasione del Vietnam.

James Simons non perse l’occasione per esprimere pubblicamente il suo dissenso pur consapevole delle conseguenze che non tardarono ad arrivare con il licenziamento.

Dopo i brillanti risultati nell’ ambito della matematica, e il licenziamento dall’ agenzia per la sicurezza americana, prende una decisione che molti, in quel momento non capirono.

Decise di aprire un fondo di investimento per scambi di merci e strumenti finanziari ma che, a differenza dei tanti fondi di investimento già esistenti, sfruttasse pienamente la potenza della matematica.

La storia di errori e passi falsi che hanno portato alla rivoluzione del trading quantico

Renaissance Technologies

Il fondo creato nel 1978, sfruttava dei complessi calcoli matematici per poter prevedere l’andamento dei mercati, degli indici, delle valute.

Il punto fondamentale da capire è che, questo tipo di approccio, era in quel momento, assolutamente rivoluzionario.

Nessuno prima di Simons aveva pensato ad un tale metodo.

Nessuno credeva agli algoritmi predittivi.

La particolarità di Simons è stata che, negli anni, si è avvalso di collaboratori con preparazione in diversi ambiti, dall’astrofisica alla meccanica, dalla fisica alla statistica.

Il fulcro di tutte le strategie messe in campo è nell’analisi delle serie storiche.

Simons sguinzagliava i suoi collaboratori presso le sedi finanziarie più importanti come la federal reserve, per attingere alla enorme banca dati.

Oggi l’hedge found Reinassance, è progettato per gestire fino a 100 miliardi di dollari ed attualmente ne ha in gestione 30 miliardi.

Simons, inoltre, ha creato il fondo Medalion destinato ai propri dipendenti.

Lui e i suoi colleghi di Renaissance Technologies è riuscito a raccogliere e gestire profitti per oltre 100 miliardi di dollari dal 1988.

Il loro hedge fund di punta, Medallion, vanta rendimenti annuali medi del 66%.

Warren Buffett, George Soros, Peter Lynch, Steve Cohen e Ray Dalio non sono mai riusciti ad eguagliare questi rendimenti.

Vediamo come si è arrivati a questo successo.

All’inizio, tra lo stupore dei colleghi insegnanti di matematica che preferivano uno stipendio sicuro al rischio della borsa, Simons utilizzò l’istinto e i primi programmi da lui stesso elaborati per fare trading.

Le perdite erano ingenti e giornaliere, tanto che molti suoi clienti lo abbandonarono e quelli rimasti continuavano a chiamarlo per lamentarsi

Lavorava in un ufficio di fortuna sopra ad un negozio di abbigliamento.

Il suo obiettivo era ben chiaro : ‘ non voglio preoccuparmi ogni minuto dell’andamento del mercato. Voglio creare qualcosa che lo faccia al posto mio e completamente in automatico anche mentre sto dormendo. Un sistema che non provi emozioni e che quindi non dipenda dalle paure e dallo stress.

In quel momento capì di aver bisogno di tutti i dati storici, anzi di tutti i dati storici che si potessero raccogliere.

Consideriamo che in quegli anni tutte queste informazioni non erano disponibili in database elettronici ma esclusivamente in formato cartaceo.

La sua fidata collaboratrice, Carole Alberghine, ogni mattina registrava i dati delle chiusure delle borse, delle valute, e spulciava ogni notizia possibile dal Wall Street Journal.

La Alberghine poi saliva sul divano e riportava questi dati su fogli di carta millimentrata creando dei veri e propri grafici aggiornati in continuazione.

Questa cosa andò avanti fino a quando, un giorno, la Alberghine cadde dal divano riportando danni permanenti.

Simons però non si fermò, era convinto che si potesse prevedere, con buona probabilità, la tendenza dei prezzi delle valute, dell’oro e dei titoli azionari.

Purtroppo, però, la sperimentazione di questi modelli provocò enormi frustrazioni in Simons e i suoi collaboratori in quanto le perdite aumentavano e pareva non si riuscisse a venirne a capo.

Arrivò anche a considerare l’influenza delle macchie solari o le fasi lunari sulle scelte dei mercati, ma anche stavolta le ipotesi si dimostrarono fallimentari.

Attraverso un cugino che lavorava nel campo delle previsioni meteo, provò a capire se ci fosse un nesso tra il meteo ed i prezzi del caffè in Brasile.

Fu un’altra sconfitta !

A quel punto, grazie anche all’amico matematico e socio James Ax, si pensò di chiamare in aiuto un professore dell’università della California, Renè Carmona, che in quel periodo stava studiando le equazioni stocastiche per processi dinamici.

Ricordiamo che le equazioni stocastiche vengono utilizzate anche per le previsioni meteo, proprio perché utilizzano dati apparentemente casuali per arrivare ad una previsione.

Per Carmona si trattava solo di arrotondare qualche dollaro lavorando a queste equazioni e non immaginando quello che , invece, avrebbero ottenuto.

Carmona, inoltre, sosteneva di non essere convinto che questo approccio suggerito da Simons potesse funzionare ed anzi, credeva che le metodiche utilizzate nella finanza fino a quel momento fossero le più redditizie.

Dopo mesi di insuccessi, Carmona non voleva più prendere soldi senza portare risultati e decise di trascorrere un’intera estato a studiare il problema.

Partì dal presupposto che Simons utilizzava le regressioni lineari semplici e arrivò alla conclusione che probabilmente non fosse il presupposto giusto in quanto i prezzi possono dipendere anche da un temporale, da eventi geopolitici o semplicemente da un momento di panico diffuso.

Per utilizzare altri modelli matematici, però, avevano bisogno di più dati e molte volte quei dati non esistevano, come ad esempio l’andamento del cotone negli anni 40.

In pratica, il team di Carmona dovette ricostruire dei dati.

Per comprendere il problema, è come se si dovesse ricostruire un pezzo di puzzle guardando la parte che è rimasta.

Simons, in realtà, non credeva all’approccio di Carmona.

Diverse volte espresse il suo disaccordo in quanto non comprendeva come potesse portare risultati.

Carmona gli ripeteva : ‘Segui i dati, non credere a me’

Fu l’inizio della rivoluzione di Wall Street.

I computer riuscivano a prevedere con buona approssimazione quello che gli umani non potevano fare.

Oggi, gli hedge fund e altri investitori quantitativi o quantici sono i principali attori del mercato, controllando il 31% di tutto il trading azionario, ispirato al successo di Simons e dei suoi colleghi.

Ma Simons ha impiegato più di un decennio a trovare una formula per battere il mercato.

Una delle sue famose affermazioni è ‘ Si può prevedere la traiettoria di una cometa più facilmente dell’andamento del titolo Citigroup. Ma si possono fare più soldi prevedendo l’andamento di un titolo piuttosto che la traiettoria di una cometa. ‘

Simons, ormai superati gli ottanta anni, è poi divenuto un filantropo dedicando la sua vita ad aiutare la ricerca.

Con la sua fondazione, finanzia la ricerca contro l’autismo.

Ad oggi ha già donato circa 1 miliardo di dollari.

Proprio per questo scopo ha donato il DNA della sua famiglia avendo una figlia autistica.

Finanzia, inoltre, un gruppo di scienziati dell’ MIT impegnati a studiare il cervello e comprendere l’origine della vita.

Non ha mai cercato la visibilità dei media, è sempre stato un uomo che si è tenuto lontano dai riflettori.

A chi gli faceva notare che la notorietà avrebbe dovuto accettarla considerando ciò che aveva creato, lui citava Benjamin, l’asino della Fattoria degli animali: “Dio mi ha dato una coda per scacciare le mosche. Ma io avrei preferito non avere né coda e né mosche.”

Il Financial Times lo ha definito il miliardario più intelligente.

Dodli

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