Paura, monologo di Dario Argento

Pochi giorni fa, durante un programma Rai, Dario Argento , in un monologo, ha spiegato la sua visione della paura e dell’evoluzione di cosa ci faccia paura oggi rispetto al passato.

Esistono tante paure, quella di morire, quella delle malattie, la paura nei confronti di chi è diverso da noi.

Molti anni fa, le paure erano molte meno.

Una generazione sopravvissuta a due guerre mondiali aveva ben poco di cui aver paura.

Si lavorava, si facevano sacrifici ma la paura, quella vera, non era diffusa come oggi.

Negli ultimi anni, invece, assistiamo al crescere dei sentimenti di paura.

Molto spesso questi sentimenti vengono indotti da menti diaboliche che, grazie all’utilizzo di soldi e tecniche raffinate, riescono a creare dal nulla problemi insormontabili.

Riescono, in questo modo, a diffondere la percezione della paura anche per cose che prima non facevano affatto paura.

Ormai, molte persone, prima ancora di ragionare razionalmente e filtrare cosa è pericoloso e cosa non lo è, lasciano scattare la paura e spesso l’odio preventivamente.

Dario Argento ci parla di quando, negli anni del boom, la gente pagava per andare al cinema a guardare i suoi film per aver paura.

Oggi invece, la paura è diffusa, ogni istante abbiamo paura di qualcosa.

Abbiamo paura di perdere il lavoro, abbiamo paura dello straniero, degli immigrati.

Abbiamo paura del lattosio, del glutine.

Siamo passati dalla paura della guerra e dei campi di sterminio alla paura dell’olio di palma.

In alcune città bisogna aver paura dei cinghiali.

E che dire della paura dei grassi saturi?

Oggi la paura la diffondono i politici creando ansia, mistificando la realtà.

La vera paura, riflettendo bene, non è il diverso ma scoprirsi tutti uguali, omologati, come fossimo dei robot prodotti in serie.

Forse è questo che vuole chi immagina di governare.

Avere un popolo omologato e con un pensiero unico, possibilmente quello del capo.

La mancanza di intelligenza e memoria storica è quello a cui ambisce chi vuole arrivare al potere nel modo più semplice possibile.

Nessun discussione, nessuno sforzo per convincere chi la pensa diversamente.

Basta una foto sui social, una frase ad effetto e milioni di persone ti acclamano senza porsi alcuna domanda.

Chi sono i veri leader oggi? Chi propone soluzioni da bar, chi dice che tutto si può fare semplicemente, chi non espone i problemi ?

Beh è facile ottenere il consenso in questo modo, ma a quale prezzo?

Ingannare le persone approfittando della loro ignoranza o del bisogno di credere che facilmente si possa vivere bene non è certamente un modo per divenire un leader.

Un leader mette al primo posto la realtà ed il realismo.

Cerca di far comprendere quali siano i problemi e le difficoltà.

Infonde coraggio e positività senza mentire

Crea coesione sociale e non odio e divisione.

Far credere alle persone di essere in guerra contro un nemico immaginario non è da leader, è semplicemente un modo gretto di esercitare il potere e cercare di mantenerlo.

Creare falsi nemici anche alimentari è anche il modo che le multinazionali utilizzano per indirizzare i nostri consumi, le nostre scelte a tavola.

Fino a quando ci faremo condizionare ?